Ti è mai capitato che qualcuno ti accusasse di essere insensibile o poco empatica/o?
La sensibilità per le emozioni è una caratteristica della personalità che non tutti possiedono allo stesso modo. Sebbene gli individui nascano dotati del corredo biologico necessario a leggere ed esprimere le emozioni, non tutti poi manifestano la medesima abilità nel farlo.
Le esperienze di vita, l’educazione e il temperamento di ciascuno influenzano l’empatia, ovvero la capacità di mettersi nei panni degli altri.
A cosa serve essere empatici?
L’empatia permette alla persona di relazionarsi con gli altri individuando le emozioni che essi provano, in modo poi da costruire le risposte più appropriate nell’interazione.
Può essere utile in tutti i campi di vita: nelle relazioni interpersonali, nella coppia, nel lavoro (specialmente per chi si relaziona con i clienti, o coordina personale), nello sport, ecc.
Come conosciamo le emozioni: il ciclo del contatto
Il presupposto per costruire un’esistenza soddisfacente è la capacità dell’essere umano di contattare le emozioni, utilizzarle per riconoscere i propri bisogni ed attivare azioni ad essi conseguenti. Quello che abbiamo descritto viene chiamato, in psicoterapia della Gestalt, ciclo del contatto.
Anche se può sembrare un meccanismo intuitivo, istintivo, nella vita quotidiana le persone non si rendono conto di quante volte blocchino questo ciclo. L’interruzione può avvenire in modi diversi:
- c’è chi non riesce ad ascoltare le proprie emozioni,
- c’è chi sente l’emozione, ma ha difficoltà ad attribuire ad essa il significato corretto (es. confonde la rabbia con la tristezza o con la paura);
- c’è chi sente l’emozione, le attribuisce il giusto significato, ma poi si blocca nel passaggio all’azione e non riesce a comportarsi in modo da soddisfare i propri bisogni.
Nella maggior parte dei casi, il lavoro psicoterapeutico consiste proprio nel ripristinare le capacità necessarie ad entrare in contatto con sé stesse/i e costruire una vita capace di rispondere alle proprie necessità.
L’empatia: comprendere le emozioni dell’altro
Per procedere nella conoscenza dell’altro e nella possibilità di entrare in empatia, è indispensabile attivare il ciclo del contatto. Infatti, posso riconoscere le emozioni altrui se riesco a mettermi nei panni dell’altra persona e sentire su di me l’effetto che produce il vivere le sue condizioni.
Per fare questo è necessaria una consapevolezza del proprio sentire, da mettere in rapporto con ciò che osserviamo e ascoltiamo nell’altro. Si tratta, quindi, non di immergersi nel vissuto emotivo dell’altro, ma osservarlo da una distanza in cui possiamo sentire l’emozione altrui, e nello stesso tempo mantenere la presenza in noi stesse/i.
L’empatia è una qualità importante, ma ha un prezzo: ne ho parlato in questo articolo, per ricordare che è necessario mantenere una distanza dalle emozioni altrui per non venirne sopraffatti.
Cuore, pancia, testa
L’empatia ha a che fare con le emozioni, è un ascolto che facciamo con il cuore e con la pancia, ma se non ti senti abile su questo, puoi partire da qualcosa di più intellegibile.
Puoi, infatti, usare la testa per immedesimarti nel punto di vista dell’altro e ascoltarlo da una prospettiva razionale.
Exotopia: calarsi nel punto di vista dell’altro
L’exotopia è un concetto messo a punto dal filosofo Michail Bachtin, e si riferisce alla capacità di vedere e comprendere l’altro da una posizione esterna. Uno sforzo che possiamo affrontare ricostruendo il punto di vista dell’altro su un piano concettuale: come l’altro osserva il mondo, quali giudizi attribuisce a ciò che gli accade, quali conseguenze derivano dalla sua personale visione della situazione.
Semplificando, potremmo dire che attraverso l’empatia ci chiediamo:
“che emozioni provo, se mi metto nei panni dell’altro?”
Mentre con l’exotopia ci chiediamo:
“come giudico questa situazione, se adotto la prospettiva dell’altro?”
Sei passi per aumentare l’empatia
Alcune azioni concrete possono aiutarti a potenziare la tua capacità empatica. Vedile come un percorso, sei passi da applicare in successione mentre sei in relazione con gli altri:
- Quando ti trovi a dialogare con un’altra persona, concentrati solo su questo. Allontana il cellulare, spegni la TV, guarda l’altro negli occhi;
- Non dare consigli: chi ti sta parlando vuole essere ascoltato. Non è detto che cerchi soluzioni da te;
- Pratica l’ascolto attivo nelle tue conversazioni quotidiane. Sospendi i giudizi e approfondisci il suo punto di vista. Entra nella logica dell’exotopia.
- Se non ti senti in grado di individuare le emozioni e le credenze dell’altro durante la conversazione, prenditi un tempo dopo il vostro dialogo per riesaminare quello che hai ascoltato e quello che hai provato;
- Se non ti è chiaro il punto di vista dell’altro, prova a esaminare la situazione come se si trattasse di un romanzo. Se un personaggio vivesse quello che mi ha raccontato la persona, che emozioni proverebbe? Cosa potrebbe essergli utile?
- Se non ti è chiaro cosa provi l’altro, chiediti cosa provi tu. Cosa senti quando sei in contatto con quella persona? Come ti fa sentire questa emozione e come può esserti utile per capire il mondo dell’altro?
Diventare più empatici richiede allenamento costante. Più ti metterai alla prova, più riuscirai ad acquisire consapevolezza delle tue emozioni e di quelle altrui.
La capacità empatica e il contatto con le emozioni possono migliorare attraverso la psicoterapia. Contattami per individuare il percorso più adatto alle tue esigenze.
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