Cosa accade quando siamo troppo empatici

cosa accade quando siamo troppo empatici

L’empatia è la capacità di mettersi nei panni dell’altro, di comprendere il suo mondo interiore, le sue emozioni e i suoi stati d’animo. Ti sarai resa/o conto, guardando un film, di come possa essere spontaneo comprendere i protagonisti e provare insieme a loro delle emozioni, rispetto agli avvenimenti che accadono. Questo è possibile grazie alla nostra capacità di entrare in empatia.

A cosa serve l’empatia

L’empatia è una abilità fondamentale dell’uomo, perché permette di costruire relazioni fra le persone basate sulla comprensione, di cogliere i bisogni degli altri e di modulare l’espressione delle nostre emozioni immaginando la reazione che potrebbero suscitare nell’altro. È necessaria a sviluppare una comunicazione efficace.

L’empatia ci consente di rispondere alla domanda: cosa prova l’altro in questa situazione?

Tutti noi siamo portatori di un universo interiore costituito insieme da pensieri che produciamo (modi di vedere le cose, di interpretare la realtà, darle un significato) e da emozioni che proviamo. La nostra vita si sviluppa in un continuo flusso emotivo.

Le emozioni sono espressioni spontanee e istintive della nostra reazione a ciò che accade dentro e fuori di noi. Fanno parte del patrimonio che il nostro corpo ha consolidato nel corso dell’evoluzione e sono meccanismi immediati necessari per proteggerci dai pericoli, difenderci da attacchi esterni, avere consapevolezza di ciò che ci accade. Ne già parlato nei precedenti post sulla paura, la rabbia e la tristezza.

Empatia significa osservare gli altri, ascoltarli e cogliere il loro mondo interiore. Lo facciamo attraverso la rilettura dei loro segnali corporei (la comunicazione non verbale) ma anche immedesimandoci nel contesto in cui sono immersi e cogliendo le reazioni più probabili di fronte a quella condizione. Anche se non vivi la stessa vita di un’altra persona, puoi immaginarla e pensare “come mi sentirei al suo posto?”. Mi viene in mente la canzone dei Depeche Mode “Walking in my shoes”: il modo di dire inglese, camminare nelle scarpe di un’altra persona, è evocativo. Spiega questa capacità di immaginare e comprendere il punto di vista degli altri.

“Sono troppo empatica o empatico”

Empatia significa riconoscere ciò che provano gli altri, non vivere la medesima emozione.

Un conto è individuare e accogliere l’emozione dell’altro, un conto a caricarsi quell’emozione sulle spalle, come se fosse nostra.

Lo spiego con un esempio: nelle professioni di aiuto (es. insegnanti, professioni mediche, assistenza sociale ecc.) è necessario coltivare l’empatia per poter riconoscere lo stato d’animo degli altri, ma guai a provare la stessa emozione. Immagina cosa accadrebbe se un assistente sociale si mettesse a piangere, di fronte a una persona disperata che chiede aiuto. O cosa succederebbe se, negli ospedali, il personale sanitario sentisse tutto il giorno dentro di sé le difficoltà di chi è malato o prossimo alla morte. O ancora, pensa a un’insegnante che, anziché spronare gli alunni in difficoltà, si mettesse al loro pari lamentandosi di quanto sia difficile imparare certe cose. O un vigile del fuoco che piange di fronte a una persona disperata, anziché concentrarsi su come spegnere l’incendio della sua casa.

Per essere davvero d’aiuto occorre tenere distacco. Viceversa, caricarsi sulle spalle le emozioni degli altri produce un sovraccarico emotivo che, nel tempo, conduce ad un accumulo di stress.

Chi travalica l’empatia e finisce col provare le stesse emozioni degli altri, anziché vivere con leggerezza la propria vita, si appesantisce per un eccessivo coinvolgimento nelle problematiche altrui. Queste persone finiscono con il non sentire i propri sentimenti, perché sovrastate da quelli degli altri. Si concentrano esclusivamente sulle persone vicine, mettendosi in una condizione di rischio di esaurimento emotivo, perché manca possibilità di stabilire confini protettivi fra sé stessi e il resto del mondo.

Se senti di essere sopraffatto/a dalle emozioni e stai cercando un professionista per iniziare un percorso di counseling psicologico o di psicoterapia, contattami.

 

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