Psicoterapia della Gestalt

La psicoterapia è un percorso di tipo psicologico che si concentra su difficoltà della persona tali da determinare un disagio nella vita quotidiana. Sono questioni che, per arrivare ad un miglioramento, richiedono tempo per l’elaborazione di elementi legati alla storia della persona (es. un’autostima poco solida, una timidezza che rende difficile l’apertura a rapporti interpersonali), o anche per rivedere il modo in cui la persona si approccia all’esistenza (le scelte che compie, i comportamenti che mette in atto). La psicoterapia si può rivolgere al singolo, alla coppia, al nucleo familiare.

Su cosa lavora con la psicoterapia? 

Principalmente su problematiche affettive o emotive che incidono sul benessere complessivo della persona.  Ad esempio: emozioni che non si riescono a contenere (es. stati d’ansia), paure o fobie, un livello di autostima inadeguato, difficoltà nell’accettarsi. Per approfondire questi temi è quasi sempre indispensabile far emergere elementi della storia passata della persona, per ricollegarli al modo in cui vive oggi la propria vita.

Quanto dura un percorso di psicoterapia?

La durata del percorso è variabile, da un minimo indicativo sei mesi a qualche anno. In genere si tengono incontri a cadenza settimanale, della durata di un’ora.

Quando si considera terminata la psicoterapia?

Una volta che la persona ha raggiunto l’autonomia necessaria alla gestione del proprio problema, e riesce ad affrontare con fiducia la propria esistenza.

Se desideri intraprendere un percorso di counseling psicologico o di psicoterapia, o se vuoi ulteriori informazioni, puoi contattarmi ai recapiti che trovi qui.

L’approccio della psicoterapia della Gestalt

Sia nella psicoterapia che nel counseling utilizzo come modello di riferimento la psicoterapia della Gestalt fenomenologico-esistenziale, il metodo terapeutico messo a punto da Fritz Salomon Perls a partire dagli anni ’40 del secolo scorso.

Questo tipo di psicoterapia poggia su alcuni cardini essenziali:

  • la parità fra terapeuta e cliente, dove il terapeuta è una persona comune, con i problemi di qualunque altra persona, a cui aggiunge la capacità di mettersi in gioco e utilizzare gli strumenti di lavoro che ha acquisito sottoponendosi per primo a un processo terapeutico;
  • L’attenzione al sentire più che ai pensieri. La mente ci inganna in mille modi, ma se diamo attenzione alle emozioni – la nostra verità più immediata – allora possiamo davvero cogliere ciò che è importante per noi;
  • La spinta sulla responsabilità: il terapeuta spinge la persona a diventare protagonista della propria esistenza, a cercare il cambiamento e a metterlo in pratica già durante le sedute;
  • Lo stare sul presente, cercando soluzioni immediate e spingendo la persona a mettersi in gioco nell’immediato.
  • Gli esperimenti: la psicoterapia della Gestalt si basa tutta sulla possibilità per il cliente di giocare, sperimentarsi e trovare nuove soluzioni per raggiungere una condizione di benessere. Il terapeuta utilizza diverse tecniche per stimolare la persona e accompagnarla a ricostruire un panorama di possibili alternative al suo attuale modo di affrontare la vita.

Il processo terapeutico può prevedere, oltre al dialogo, il lavoro con  i sogni, il teatro, l’espressione artistica, il corpo, la meditazione. 

Nel libro “Lascia che ti racconti. Storie per imparare a vivere”, una raccolta di racconti con finalità terapeutiche, Jorge Bucay trasmette la psicoterapia della Gestalt a un suo cliente con queste parole:

Una terapia che serve a capire che cosa ti stia succedendo in ogni momento. […] Una terapia, in un certo senso, unica e indescrivibile, perché costruita sulla struttura di due persone uniche e indescrivibili: me e te. Due persone che di comune accordo hanno deciso di prestare maggiore attenzione, per ora, al processo di crescita di una di loro: tu.

Una terapia che non si prefigge di curare nessuno, in quanto riconosce di poter soltanto aiutare alcune persone a curarsi da sole. Una terapia che non intende suscitare nessuna reazione ma semplicemente agire da catalizzatore, in modo da accelerare un processo che si sarebbe verificato comunque, presto o tardi, con o senza terapeuta.

Una terapia che, almeno con questo terapeuta, assomiglia sempre di più ad un processo didattico. Insomma, una terapia che dà maggiore importanza al sentire piuttosto che al pensare, al fare piuttosto che al pianificare, all’essere piuttosto che all’avere, al presente piuttosto che al passato o al futuro” (ed. BUR, pag. 64).

La psicoterapia della Gestalt si può definire anche nei nove punti chiave messi a punto da Passons (1975), che riassumono i presupposti con cui i terapeuti gestaltisti osservano i loro clienti:

  1. Una persona è un intero fatto di corpo, emozioni, pensieri, sensazioni, percezioni.
  2. Una persona fa parte del suo ambiente e non può essere compresa fuori di esso.
  3. Le persone sono proattive più che reattive: determinano le loro risposte al mondo.
  4. Le persone sono capaci di essere consapevoli delle loro sensazioni, pensieri, emozioni, percezioni.
  5. Le persone sono capaci di scegliere e quindi responsabili del loro comportamento.
  6. Le persone possiedono potenzialità e risorse per vivere in maniera efficace e per soddisfare i propri bisogni.
  7. Le persone possono fare esperienza di loro stesse solo nel presente.
  8. Passato e futuro possono essere sperimentati solo nell’adesso attraverso ricordo o previsione.
  9. Le persone non sono intrinsecamente né buone né cattive.

È sulla base di questi assunti che l’approccio della Gestalt avvia il processo di crescita e cambiamento del cliente.

La psicoterapia della Gestalt viene annoverata tra i modelli terapeutici di stampo umanistico.

psicoterapia della gestalt bologna

Bibliografia

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