Negli articoli precedenti abbiamo visto la procedura per la valutazione del rischio stress lavoro-correlato secondo la Circolare ministeriale del 18/11/2010, arrivando alla fase di valutazione preliminare.
Vediamo ora cosa accade se la fase preliminare ha dato come esito un risultato di rischio stress medio o alto (infatti, se il rischio è stato rilevato basso non sarà necessaria alcuna misura, se non un monitoraggio nel tempo).
In caso di rischio medio o alto
Quando il rischio è medio o alto, occorre mettere in atto degli interventi correttivi finalizzati alla sua riduzione. Tali interventi possono consistere in progetti su diversi ambiti applicativi:
- organizzativi: ad esempio si può rivedere la pianificazione del lavoro, dei ritmi o degli orari di attività (es. lavoro flessibile, smart working, ecc.), oppure aumentare l’organico nelle aree in cui si rilevano indicatori di un sovraccarico;
- tecnici: come ad esempio l’implementazione di nuove tecnologie, o l’aggiornamento di quelle esistenti;
- procedurali: come lo snellimento dei processi di lavoro, la standardizzazione di processi, ecc.;
- comunicativi: per esempio la strutturazione di momenti di scambio fra la dirigenza e i lavoratori, la creazione di documenti o piattaforme per la condivisione delle informazioni;
- formativi: l’individuazione di percorsi formativi che possano supplire a carenze .
La definizione degli interventi correttivi è un processo taylor made, che si deve basare sui dati raccolti per la specifica azienda, andando ad agire proprio sulle aree nelle quali l’organizzazione è risultata carente. Se per la valutazione preliminare ci si è basati sul manuale INAIL, sarà utile individuare gli item che hanno contribuito ad aumentare il fattore di rischio stress sulle aree di contesto e di contenuto, oltre che verificare gli eventi sentinella per identificare ulteriori criticità.
Il contributo degli psicologi
Lo psicologo contribuisce allo sviluppo degli interventi correttivi in qualità di esperto (coinvolto o meno nel processo di valutazione preliminare) per la progettazione, attuazione e monitoraggio degli esiti degli stessi.
Lo psicologo può anche essere coinvolto nella messa a punto di interventi sulla base delle proprie competenze specifiche in ambito formativo (es. corsi di formazione sulla gestione dello stress) o supportivo (es. sportelli di ascolto per i lavoratori, attività di counseling, supervisione di gruppo o facilitazione delle relazioni fra colleghi).
È importante che la progettazione e la realizzazione degli interventi sia basata sui dati raccolti nei diversi gruppi omogenei utilizzati per la valutazione, e sia ad essi indirizzata ad hoc.
Fonti web
Rischio stress lavoro-correlato sul sito INAIL
Agenzia Europea per la Salute e Sicurezza sul lavoro
Dal sito nel Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi
Dal sito dell’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna
Video didattici dell’INAIL sul rischio stress
Bibliografia
Avallone F., Paplomatas A. (2005) Salute organizzativa. Psicologia del benessere nei contesti lavorativi, Raffaello Cortina.
Fraccaroli e Balducci (2011) Stress e rischi psicosociali nelle organizzazioni, Il Mulino
Bisio (2009) Psicologia per la sicurezza sul lavoro, Giunti
Warr P., Clapperton G. (2011) Il gusto di lavorare. Soddisfazione, felicità e lavoro, Il Mulino.
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