Come nasce e si consolida la sindrome di Achille

come nasce e si consolida la sindrome achille

La difficoltà di chi vive la sindrome di Achille risiede nella carenza di autoefficacia, in una mancata corrispondenza fra ciò che prova nel mondo interno (pensieri e sentimenti negativi verso se stesso/a) e ciò che gli viene corrisposto dall’esterno (stima, fiducia, ammirazione, rispetto, aspettative elevate).

Nell’articolo precedente abbiamo visto come si caratterizza questa sindrome, qui vedremo come si possa sviluppare e mantenere. Le radici della pseudocompetenza, infatti, vanno ricercate secondo Clarkson nella storia della persona fin dalla prima infanzia.

La Physis

Prima di affrontare come si sviluppo la sindrome, è utile fare un breve accenno al concetto di Physis. Clarkson parte dal presupposto che, tra le diverse forze interne e le motivazioni che guidano la vita delle persone, ce ne sia una che porta ciascuno di noi a voler acquisire competenze e sentirsi capace: la Physis, un impulso creativo allo sviluppo di abilità, presente fin dall’infanzia e per tutto l’arco della vita.  

“Non ritengo il «fare» più importante dell’«essere» o dell’esistere, né la competenza il principio e fine dell’esistenza. Tuttavia, essere competenti è importante per sentirsi realizzati e soddisfatti della vita. La maggior parte degli individui non vuole solo vivere e amare in modo soddisfacente; vuole anche lavorare bene. Questo desiderio è vitale per la crescita e lo sviluppo, per la ricchezza individuale e la sopravvivenza collettiva” (Clarkson, p. 12).

La Physis è dunque una spinta che muove il bambino – così come l’adulto –  verso la crescita e la conoscenza, verso l’acquisizione di abilità.

Lo sviluppo della sindrome di Achille

Proprio perché la Physis è una forza così importante per lo sviluppo umano, il senso di vergogna che può derivare dall’espressione pubblica di una carenza di competenze può essere altrettanto grave da comportare lo sviluppo della sindrome di Achille.

Nelle storie degli adulti con cui lavora Clarkson sono frequenti episodi in cui gli pseudocompetenti, da bambini, hanno vissuto una situazione in cui hanno provato forte imbarazzo e iniziato a tenere nascosta una loro incapacità. Da questo deriva poi, nella vita adulta, uno stile fatto di tendenza al mascheramento (un comportamento poco spontaneo e sempre propenso a difendersi) e paura di essere scoperti.

Il ruolo dell’educazione

Altre casistiche a cui Clarkson riferisce lo sviluppo della sindrome di Achille sono legate al tipo di educazione che il/la bambino/a ha ricevuto in famiglia:

  1. i genitori potrebbero aver nutrito grandi speranze sul/la figlio/a, inducendolo/a in qualche modo a non voler deludere queste aspettative e a non esprimere imperfezioni o debolezze;
  2. il/la bambino/a potrebbe aver ottenuto dei successi imprevisti (ad esempio a scuola o nello sport) e per questo ricevuto grandi plausi da genitori e insegnanti, coinvolti più nella promozione e aspettativa di continui miglioramenti che nell’esercizio di un ruolo di supporto;
  3. il/la bambino/a potrebbe aver ricevuto lodi per il suo “fare” più che per il suo “essere” e appreso così che si riceve amore in relazione ai risultati ottenuti, più che al semplice fatto di essere così come si è;
  4. il/la bambino/a potrebbe aver avuto un genitore a sua volta pseudocompetente, e appreso indirettamente questo stile come modello di comportamento, fatto di tendenza a mascherare le proprie mancanze e ostentare sicurezza;
  5. il/la bambino/a potrebbe essere stato caricato di responsabilità superiori alle proprie reali capacità. È il caso di ragazzini/e che hanno avuto genitori fragili, che hanno cercato sostegno psicologico nei figli. Questi figli, per non deludere i genitori, finiscono col saltare delle tappe di sviluppo e approdare a un comportamento adulto senza aver avuto il tempo di maturare.

Da tutti questi esempi si deriva come lo pseudocompetente possa aver acquisito e consolidato l’attitudine a svolgere ruoli complessi, pur sentendo di non avere sufficienti sicurezze o competenze per farlo. La voce del genitore o dell’insegnante diventa infatti una voce interiore e mantiene il ruolo di rinforzo all’esercizio della sindrome anche nella vita adulta.

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Fonte immagini: Pixabay – immagini libere da copyright

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Bibliografia

Sconfiggi il nemico che è in te. Vincere la segreta paura di fallire” di Petruska Clarkson, ed. Oscar Saggi Mondadori.

Guida per il profano alla psichiatria e alla psicoanalisi” di E. Berne, ed Astrolabio .