Cambiare ruolo nella stessa azienda

cambiare ruolo nella stessa azienda

È possibile cambiare ruolo all’interno della stessa azienda? Come rendersi interessanti per posizioni che riguardano altri uffici, o facilitare un passaggio fra aree diverse della propria realtà lavorativa?

In un articolo precedente abbiamo parlato di come cambiare percorso cercando nuove opportunità sul mercato. Eppure questa non è l’unica possibilità. Infatti, specialmente per chi opera in contesti medio-grandi, può verificarsi la possibilità di transitare da un ufficio ad un altro senza interrompere il rapporto di lavoro.

Dal punto di vista della persona

Cambiare ruolo rimanendo nello stesso ambiente lavorativo può rappresentare la soluzione ideale per chi sta cercando nuovi stimoli, senza correre i rischi connessi al lasciare un contesto conosciuto. Infatti, iniziare un nuovo lavoro comporta un carico di stress che, in questo caso, si ridurrebbe all’integrazione in un ufficio diverso e alla conoscenza delle attività che in esso si svolgono.

Tuttavia questa opzione può rappresentare una soluzione parziale, soprattutto se non si è valutato il motivo per cui si sente il bisogno di cercare un nuovo lavoro. Ad esempio, se l’insoddisfazione dipende dal fatto di trovarsi in un contesto aziendale che non corrisponde ai propri valori, difficilmente un cambio di ufficio potrà cambiare il bilancio complessivo dell’esperienza lavorativa.

Dal punto di vista dell’azienda

Dare l’opportunità ai propri dipendenti di fare esperienze all’interno di più uffici è una scelta aziendale che, a seconda dell’approccio culturale, può essere vista come favorevole o controproducente.

In linea generale questa possibilità viene incoraggiata nei contesti più dinamici, multiculturali o in aziende che puntano sullo sviluppo del personale interno, perché ritenuta occasione di apprendimento e crescita. Le aziende che hanno questa visione generalmente comunicano a tutto il personale le posizioni vacanti attraverso il job posting, proprio nell’ottica di individuare candidature dall’interno. Di solito queste aziende utilizzano la job rotation, oltre che su base volontaria, anche su mandato organizzativo. In questo caso sarà quindi il management stesso a proporre al proprio dipendente un cambio mansione.  

Invece, è frequente che la candidatura in altri uffici venga osteggiata nei contesti più gerarchizzati o in quelle realtà di piccole dimensioni dove uno squilibrio tra aree aziendali può determinare conseguenze poco gestibili.

Cosa implica la job rotation

La decisione di far transitare un dipendente tra due aree non implica solo considerazioni di ordine culturale e valoriale, ma anche fattori oggettivi che dipendono dalle circostanze, fra i quali i principali possono essere:

  • l’effettiva corrispondenza fra le caratteristiche del richiedente e quelle del nuovo contesto;
  • i tempi per realizzare la sostituzione;
  • la disponibilità (sul mercato o all’interno dell’azienda) di profili idonei a ricoprire la posizione che si renderebbe vacante a causa del trasferimento;
  • la situazione dell’ufficio che deve liberare la persona;
  • l’equilibrio che si creerebbe nel nuovo contesto con il passaggio interno di quel dipendente (in termini relazionali, di inquadramento salariale, ecc.).

Non è infatti infrequente che la richiesta di un cambio mansione venga bloccata da qualche soggetto (es. capi funzione del proprio ufficio o altre figure nel management), per motivi che hanno a che vedere con i punti sopra elencati.  

Cosa fare per riuscire a cambiare lavoro all’interno della stessa azienda?

Le strategie da adottare possono essere diverse, vediamone brevemente alcune:

  • Gestire i rapporti con colleghi del proprio e altri uffici: coltivare relazioni serene e un clima di fiducia è il primo presupposto per poter favorire lo spostamento in una nuova direzione, perché aumenta la possibilità di ottenere ascolto e complicità da colleghi e superiori. Inoltre, è opportuno muoversi in sinergia con gli altri dipartimenti aziendali, soprattutto con chi si occupa della gestione del personale;
  • Comunicare in modo diplomatico con i superiori: chiedere un trasferimento di ufficio significa trasmettere indirettamente (anche involontariamente) un messaggio ai propri referenti. È normale chiedersi se il collaboratore che chiede un cambio mansione si sia trovato male nell’ufficio, se non abbia ricevuto adeguati stimoli. Ad alcuni manager questa richiesta può addirittura suscitare il timore che qualcuno poi possa metterli in discussione. È quindi fondamentale accompagnare la propria richiesta con messaggi diretti sul bisogno di una crescita professionale, escludendo altri tipi di motivazione. Perché se anche stiamo cercando di fuggire da un capo insopportabile, manifestarlo in modo esplicito potrebbe diventare uno scivolone controproducente!
  • Mettere in luce tutto ciò che sappiamo già fare nel nuovo ambito, descrivendo le proprie capacità e ammettendo i punti critici, in modo da favorire un inserimento immeditato ma rendendo evidenti (qualora ci siano) le necessità di supporto;
  • Completarsi con una formazione breve e mirata, come ho già consigliato nell’articolo su come scegliere un master. Questo consiglio vale soprattutto per chi intenda muoversi in un ambito di ufficio del quale non abbia già fatto esperienza in precedenza.

Cambiare ruolo rimanendo nella stessa azienda è una prospettiva da affrontare con una consapevolezza delle proprie competenze e con le abilità necessarie a gestire le relazioni con i diversi soggetti coinvolti. Farsi aiutare da una career coach permette di sviluppare un progetto ad hoc, aumentando le probabilità di successo.

Se vuoi prendere consapevolezza di quali sono gli aspetti più importanti per la tua soddisfazione lavorativa, puoi leggere questo articolo.

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Fonte immagini: Pixabay – immagini libere da copyright