Il curriculum: pochi essenziali consigli per l’uso

Nonostante il web  sia popolato di guide e tutorial sulla compilazione del curriculum efficace, sono ancora molte le persone che si interrogano su quale sia il formato migliore da adottare, quali informazioni si debbano inserire, cosa sia meglio indicare e come, ecc..

Nelle mie esperienze come consulente  in campo aziendale e a fianco delle persone ho potuto constatare come non sia affatto immediato il passaggio del mettere su carta le proprie capacità ed esperienze. Il risultato è che molto spesso arrivano nelle mani dei selezionatori dei cv poco chiari, incompleti, inefficaci se non inadatti allo scopo.

Mi piace l’idea di mettere la mia esperienza al servizio delle persone, ed è per questo che ho pensato a una breve guida in più puntate su come si fa un curriculum, sezione per sezione.

Da dove partire?

Iniziamo con  alcuni consigli – pochi ma credo buoni – per partire con le idee più chiare sulla impostazione del curriculum:

  1. “Quo vado” (direbbe Zalone), ovvero chi sono e qual è il mio obiettivo professionale? Prima di iniziare a scrivere il proprio curriculum, è indispensabile avere uno o più progetti a cui mirare. Alcuni di voi a questo punto penseranno “a me va bene un lavoro qualsiasi, sono disposto a tutto”. Bene: questo è un ottimo presupposto per facilitare la vostra possibilità di inserirvi nel mondo del lavoro, ma non vi aiuta a presentarvi al meglio. Il selezionatore non ha tempo da perdere, vuole sapere chi siete e cosa sapete fare, quindi cercate di dargli questo tipo di informazione. Se non ne avete idea, provate a farvi queste domande:
    1. Quali lavori mi interessano? Quali no?
    2. Quali, fra le mie competenze, possono interessare a un potenziale datore di lavoro?
    3. Su cosa voglio puntare e cosa invece non voglio rendere visibile?

Se non ci si fanno queste domande, il curriculum rischia di diventare un elenco impersonale di dati poco utile sia a chi offre, sia a chi cerca lavoro. Se facendovi le domande di cui sopra vi rendete conto che avete più preferenze professionali, più o meno distanti fra loro (es. “project manager” e “progettista di prodotto”; “impiegato contabile” e “impiegato amministrazione del personale”), fate dei curriculum diversi, da spedire per candidature diverse.

  1. Standard, modelli, formati: nella bagarre “europeo sì, europeo no” io mi schiero a favore del curriculum europeo. Il nuovo formato europass è semplice e di facile compilazione, e un formato standard aiuta il selezionatore a trovare subito le informazioni che si sta cercando. A meno che si abbia in mente uno stile particolare di comunicazione ed un formato innovativo per rendervi riconoscibili, meglio l’europeo.

Una nota per chi decide di usarlo: le tabelline dei campi “esperienza professionale” e “istruzione e formazione” vanno replicate tante volte quante sono le esperienze/studi che avete fatto. Inoltre, non siete obbligati ad indicare competenze extra-lavorative (“altre competenze”): potete semplicemente togliere il campo.