Le esperienze lavorative nel curriculum: cosa mettere e cosa evitare

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“Cosa so fare?” è la domanda giusta per iniziare a tracciare le proprie esperienze di lavoro. Al selezionatore, infatti, interessa capire velocemente quali competenze possediate e dove siano state acquisite. Per ottenere un curriculum efficace, quello che dovrete fare è inserire per ogni esperienza di lavoro:

  1. Il titolo della posizione lavorativa: l’etichetta con cui vi definite deve contenere già un’indicazione chiara della vostra attività, come ad es. “impiegato/a amministrativo/a”, “sviluppatore Java”, “financial controller”, “area manager”, “addetto/a alla logistica”, “responsabile ufficio tecnico”, ecc. Quindi NO alla semplice indicazione del tipo di inquadramento (es. “impiegato”, “quadro”, “impiegato a tempo determinato”). NO ai titoli che si smontano in fretta: se siete responsabile di un’area, ma non avete personale assegnato, provate a definirvi “specialista”; il termine responsabile richiama immediatamente il coordinamento di altre risorse.
  2. La descrizione dell’attività lavorativa: molto spesso diamo per scontato le attività previste per una determinata figura professionale, e possiamo pensare che non siano necessarie specifiche per definirla. In realtà, ogni azienda ha un proprio preciso modo di intendere una figura professionale, per cui è utile indicare esattamente i diversi compiti e incarichi assegnati. Significativi sono anche gli strumenti di lavoro (es. software, metodologie o procedure standard applicate).
  3. Il nome del datore di lavoro e il settore di riferimento: strumenti come LinkedIn ci hanno abituati alla trasparenza delle informazioni, per cui non è visto di buon grado un cv in cui non compaiano queste informazioni. Io suggerisco di inserire sempre il nome del datore di lavoro, o almeno di dichiararlo al momento del colloquio. Mi è capitato di fare colloqui a persone che si rifiutavano di dire per chi lavoravano, e la sensazione era che avessero qualcosa da nascondere.
  4. Le date di inizio e fine attività: sono fondamentali per assegnare il giusto peso alle esperienze in termini di seniority acquisita. Indicate mese e anno di inizio e termine di ogni lavoro.

 FAQ

  • Come vanno ordinate le esperienze di lavoro? Rigorosamente a partire dalla più recente, per poi arrivare alla prima. Al selezionatore interessa sapere cosa fare oggi, non cosa facevate agli inizi della vostra carriera.
  • Quanto deve essere lunga la descrizione? Io suggerisco almeno 4/5 righe per ogni attività, fino a un massimo di 20 se avete ricoperto un ruolo di responsabilità o se avete lavorato oltre 10 anni per la stessa azienda, magari con ruoli diversi.
  • Ho lavorato per diversi periodi per lo stesso datore di lavoro, con momenti di interruzione; devo indicare ogni esperienza in uno spazio a sé? No, non è necessario. Puoi indicare i singoli periodi affiancandoli ad un’unica indicazione di attività e datore di lavoro.
  • Ho lavorato per una azienda, ma non avevo un vero e proprio contratto… la inserisco? Sì. Questo è l’unico caso in cui possiamo oscurare il nome del datore di lavoro, va però indicato almeno il settore.

Dulcis in fundo

Tenete presente che le esperienze che avete fatto caratterizzano il vostro curriculum, e che le aziende vi contatteranno per proporvi ruoli che avete già ricoperto, o per i quali dimostrate adeguata formazione (se privi di esperienze). Quindi, se il vostro desiderio è di cambiare strada, dovrete saper valorizzare nel curriculum tutti quegli elementi (in ambito di formazione, lavoro o esperienze extraprofessionali) che vi possono avvicinare alla nuova direzione.

Impostare un curriculum ben fatto è il primo passo per ottenere esiti nella ricerca del lavoro. Contattami per la tua consulenza di carriera.

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